Ci impegniamo a raccontare la storia di ogni nostro caffè, scavando a fondo, per conoscere al meglio l’intera filiera di produzione cercando sempre di stabilire un contatto diretto con il produttore. Questa fase di ricerca è molto importante perché ci permette di scoprire le caratteristiche principali e la bellezza che ogni caffè può rivelare. E’ anche un’occasione per dare voce a tutte le persone che partecipano alla produzione di questi caffè, valorizzando il loro impegno. Ed è un modo per raccontare storie che per noi sono importanti. E non ci stanchiamo mai di farlo. Perché questo non è un lavoro … Questo per noi è un divertimento!

Fabrizio Rinaldi, mastro torrefattore e fondatore

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The Seven Elements, permacultura indigena dalla foresta pluviale peruviana

Ci siamo lasciati conquistare al primo assaggio da questo caffè, con le sue note dolci e agrumate, dal gusto pieno di cioccolato, miele e frutta, e ci siamo lasciati catturare dalla sua storia e dal coraggio di una comunità indigena che nel mezzo della foresta pluviale peruviana produce questo eccezionale caffè, secondo i principi della permacultura.

Perù Mayar

Ci siamo lasciati conquistare al primo assaggio da questo caffè, con le sue note dolci e agrumate, dal gusto pieno di cioccolato, miele e frutta, e ci siamo lasciati catturare dalla sua storia e dal coraggio di una comunità indigena che nel mezzo della foresta pluviale peruviana produce questo eccezionale caffè, secondo i principi della permacultura.

Ma una storia così bella ha bisogno di essere raccontata nei dettagli e quindi mettetevi comodi, sorseggiate un caffè ed immergetevi in questa lettura, magari nel sottofondo di un acquazzone estivo, incessante, immaginando di trovarvi nel cuore della foresta amazzonica.

Perù, comunità indigena Yanesha.Per gentile concessione di https://www.the7elements.com

Perù, comunità indigena Yanesha.

Per gentile concessione di https://www.the7elements.com

Coltiviamo ed esportiamo Specialty Coffee prodotto in Perù dalle comunità indigene Yanesha della riserva della biosfera Oxapampa-Ashaninka secondo i principi della permacultura.

Così si presenta The Seven Elements, il nuovo progetto di 7Elements Perù, l’ONG nata nella regione di Oxapampa, attiva da molto tempo sul territorio per supportare la popolazione locale con progetti sociali e di formazione che insegnano a coltivare i terreni secondo le tecniche della permacultura. Loro non sono traders tradizionali o importatori di caffè che comprano in più aree di produzione, ma hanno scelto di distinguersi e di focalizzarsi su una specifica regione e su un unico gruppo di produttori. Lavorano sul campo insieme a loro, sia come partner che come formatori, perché credono  nel rispetto dei diritti dei lavoratori e sono contrari a qualsiasi forma di sfruttamento. Seguono di persona il controllo della qualità della produzione e si impegnano ad informarsi dettagliatamente sul tipo di varietà, sul luogo di coltivazione e anche sul nome e la storia del contadino che lo ha prodotto. Lo fanno per trasparenza e perché vogliono che chi preferisca i loro caffè si senta parte della loro storia, dei loro valori e del loro progetto. Vogliono dare un nuovo significato al concetto di qualità usato nell’industria del caffè e creare un modo più equo di intendere lo sviluppo: distribuire valore attraverso il commercio del caffè. Per loro il caffè è lo strumento con cui raggiungere obiettivi di human security come: ridistribuzione della ricchezza, rigenerazione della biodiversità e mitigazione dei cambiamenti climatici. I loro valori coincidono con le linee guida della permacultura: cura della terra, cura del popolo, equa condivisione.

Oxampa, PerùPer gentile concessione di https://www.the7elements.com

Oxampa, Perù

Per gentile concessione di https://www.the7elements.com

The Seven Eelements produce solo caffè sostenibile di alta qualità, prodotto in una riserva della biosfera e coltivato secondo i criteri della permacultura, senza uso di pesticidi e fertilizzanti. Le caratteristiche del microclima e del suolo della Riserva della Biosfera Oxapampa-Ashaninka-Yanesha sono tra le migliori al mondo per la coltivazione di un caffè che ha caratteristiche peculiari eccellenti.

Seguono e gestiscono ogni fase della produzione e distribuzione dei loro caffè: dalla semina, passando per la coltivazione e la trasformazione, fino alla consegna. I loro standard per l’effettiva acquisizione del caffè sono molto elevati. Dopo aver verificato il corretto protocollo della produzione ed il perfetto stato di essiccazione dei chicchi, si procede alle analisi fisico-sensoriali e quindi all’esclusiva importazione di quei lotti che secondo i criteri della SCA (Specialty Coffee Association) vengono classificati come Specialty Coffee.

Ma cosa significa fare permacultura?

Fare permacultura vuol dire partire da un’attenta analisi delle condizioni ecologiche, territoriali, umane e culturali di un dato territorio. Questa fase preliminare serve per progettare un sistema produttivo e sociale nel quale verranno poi applicate tecniche quali: agricoltura sinergica, agricoltura sintropica, agroecologia, economia circolare, sociocrazia e tutti quegli altri strumenti alternativi al paradigma consumistico capitalista, utili al raggiungimento di un vero benessere. Promuovendo una decrescita felice, la permacultura mira a riequilibrare il rapporto tra uomo e pianeta, assicurando alla popolazione umana un futuro resiliente


Questa è la loro storia ed il loro progetto. Noi lo abbiamo ascoltato con attenzione e abbiamo deciso di premiarne il coraggio e la determinazione, selezionando un caffè proveniente dalla loro comunità. Nello specifico, abbiamo scelto il Perù Mayar, coltivato ad un altitudine di 1900m nella regione di Pasco e prodotto interamente a Tsachopen dalla comunità indigena Yanesha. E’ un caffè lavato ed è composto da diversi cultivar: Catimor, Caturra, Gran Colombia, Costa Rica 95 e Typica

Questo caffè racchiude l’essenza del popolo Yanesha. Forte, vero, intenso e ricco di sfumature come le persone che lo hanno coltivato e prodotto.

Il Mayar rappresenta l’origine dell’avventura di The seven Eelements e dei loro progetti di permacultura con la comunità indigena Yanesha di Tsachopen. È stato infatti il primo lotto che hanno importato in Europa e l’apprezzamento che hanno ricevuto è stata la prova di un’eccellenza rara.

Noi crediamo e speriamo che questa sia solo l’inizio di una bella e proficua collaborazione con un popolo indigeno di coltivatori e con un gruppo di persone che in loro ha creduto ed investito

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Perù Mayar

Piantagioni di caffè

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Perù Mayar

Drupe in maturazione

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Cascara, un delizioso infuso di caffè

Il Cascara è un delizioso infuso ottenuto con le bucce e la polpa delle ciliegie di caffè essiccate. Scopri la sua storia e segui i consigli per una perfetta estrazione.

Cominciamo da zero.

Nei paesi produttori di caffè del Centro e Sud America, dopo il raccolto si lasciano essiccare al sole le bucce e la polpa delle ciliegie di caffè. In seguito, questa componente organica viene ammassata ( creando un odore tipico, nei centri di raccolta ) e lasciata fermentare, in modo da essere utilizzata come concime per le piante di caffè. In alcuni paesi, come El Salvador, Bolivia, Panama e rarissimo altrove, le bucce ed una piccola parte della polpa sono lasciate essiccare correttamente e poi vendute.

Panama, bucce e polpa di caffè essiccate

Panama, bucce e polpa di caffè essiccate

Questo può sembrare un metodo moderno di lavorazione, ma in realtà già mille anni fa, nei paesi arabi, veniva usato durante le cerimonie religiose, con il nome di Quishr, e rappresentava un infuso di bucce di caffè fermentate. Queste bucce prendono il nome di Cascara, dalla parola spagnola cáscara, che letterarmente significa “ guscio “.

Cascara

Cascara

Si preparano come un infuso, ed hanno un gusto piacevolmente dolce, con note di prugna e ciliegia matura.

Naturalmente, come tutta la pianta del caffè, anche il cascara contiene caffeina, ma in quantità ridotta rispetto al caffè a cui siamo abituati ( si stima 4 volte inferiore, circa 100mg/l )

Noi abbiamo deciso di acquistare questo eccezionale Cascara, proveniente dalla Finca Hartmann, azienda produttrice di caffè molto conosciuta nel mondo Specialty. La pianta di caffè, da cui viene prodotto il cascara, si trova in Panama, nella regione di Santa Clara, ed è coltivato ad un’altitudine di 1300m. La varietà botanica è la rinomata Geisha.

Panama, piantagione di caffè

Panama, piantagione di caffè

Lo abbiamo assaggiato e ci ha stupiti per il suo gusto dolce e intenso, con note di mela cotta, miele ed uvetta, con un finale piacevolmente fruttato. Vi consigliamo di utilizzare una French Press per la preparazione di questo infuso, seguendo la nostra ricetta.

https://www.cafferinaldi.it/eshop/cascara-200g

Per una volta, dimentichiamoci la tradizione italiana dell’espresso, o della moka, e lasciamoci cullare da un delizioso infuso di caffè che ci riporta alla cultura del mondo arabo, od alla tradizione del tè inglese, oppure dritto in Centro America, a far compagnia ai coltivatori di caffè, bevendo insieme a loro il frutto “ essiccato “ del loro lavoro!

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Come dici? Ti è proprio venuta voglia di provare questo infuso?
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Etiopia Chelelektu, una comunità di coltivatori

Chelelektu è una stazione di lavaggio privata, di proprietà di Mercha Assefa, situata nel distretto di Kochere. Qui si raccolgono e si acquistano ciliegie di caffè coltivate da una comunità di 650 agricoltori. In media, ogni agricoltore possiede quasi un ettaro di terreno destinato alla produzione di caffè, con un metodo di coltivazione che può essere definito per sua natura biologico, in quanto non si dispongono e di conseguenza non vengono utilizzati aggressivi prodotti chimici per il trattamento delle piante.

Chelelektu Washing Station

Chelelektu Washing Station

Ho assaggiato questo caffè durante un cupping, insieme ad un fidato collaboratore. Sul tavolo erano presenti circa 15 caffè africani, naturali e lavati. Ma fu proprio questo Etiopia Celelecktu a colpirmi, subito e con incanto.

La sua dolce ed intensa fragranza, unita in tazza ad un gusto morbido, fruttato ed arricchito da una piacevole acidità, con sentori di tè nero e pazze note di frutta gialla ( passano dalla pesca matura all’ananas, evocando anche la papaya e la banana, a seconda del profilo di tostatura e della ricetta e del metodo di estrazione ) mi convinsero al primo istante. Lo presi e lo portai via con me.

Ma adesso è giunto il momento di raccontare la sua storia.

La Stazione di Lavaggio

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Chelelektu è una stazione di lavaggio privata, di proprietà di Mercha Assefa, situata nel distretto di Kochere. Qui si raccolgono e si acquistano ciliegie di caffè coltivate da una comunità di 650 agricoltori. Kochere è un distretto ( woreda, in etiope ) della zona di Gedeo, conosciuta nel mondo del caffè con il nome di Yrgacheffe. Questo woreda è delimitato ad est da Gedeb, a sud-ovest dalla regione di Oromia ed a nord da Yirgacheffe. Tra le città presenti nel distretto ci sono anche Fishagenet e Chelelectu, dove si trova proprio la stazione di lavaggio di questo caffè.

I coltivatori

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Come già accennato, circa 650 coltivatori consegnano ogni giorno, durante il periodo di raccolta, piccole quantità di ciliegie di caffè alla stazione di Chelelektu. In media, ogni agricoltore possiede quasi un ettaro di terreno destinato alla produzione di caffè, con un metodo di coltivazione che può essere definito per sua natura biologico, in quanto non si dispongono e di conseguenza non vengono utilizzati aggressivi prodotti chimici per il trattamento delle piante. In genere, ogni agricoltore può disporre al massimo di 1500 piante di caffè per ettaro. Ciascuna pianta produce circa 100g / 200g i caffè verde.

Heirloom

L’Etiopia è l’unico paese al mondo dove la pianta di caffè nasce e si riproduce in modo spontaneo. Di conseguenza, sono presenti diverse varietà locali di piante, definite nel loro insieme come Ethiopian Heirloom, ovvero cimelio etiope, a ricordo del caffè nativo di origine forestale, tipico di questo terre. Questa varietà rappresenta una miriade di ibridi, risalenti alla nativa Typica locale, e nuove varietà coltivate negli ultimi decenni

Processo di Lavorazione

Vengono selezionate e raccolte, rigorosamente a mano, soltanto le ciliegie mature.

Dopo la consegna alla stazione di lavaggio di Chelelectu, le ciliegie sono lasciate essicare al sole, sui tipici african beds, per circa 21 giorni.

Nella Stazione di Lavaggio di Chelelektu, dopo il raccolto, i chicchi di caffè, ancora avvolti dal pergamino, vengono lasciati essiccare al sole sui cosiddetti Letti africani

Nella Stazione di Lavaggio di Chelelektu, dopo il raccolto, i chicchi di caffè, ancora avvolti dal pergamino, vengono lasciati essiccare al sole sui cosiddetti Letti africani

Durante il giorno le ciliegie devono essere rastrellate di continuo, in modo da garantire un costante processo di asciugatura. Durante le ore più calde, per proteggerle dal sole, e durante la notte, per proteggerle dal freddo, le ciliegie vengono coperte da enormi teli.

La prima fase di essicazione è cruciale per la qualità del caffè, quindi le ciliegie vengono poste in sottili strati, per evitare aromi fermentati, fino a raggiungere circa il 25 % di umidità. E’ molto importante in questo periodo spostare di continuo e con cura le drupe, per evitare danni al frutto. Nella seconda fase, dal 25% al ​​12% di umidità, gli strati vengono accumulati e si spostano costantemente, alternati a momenti di riposo, sia durante il giorno che la notte. Una sequenza di asciugatura incontrollata può aumentare i sapori molto fruttati e renderlo instabile, e rallentarlo può creare muffe e altri sapori. È un processo costoso che richiede buona manodopera e attenzione se lo desideri ai massimi livelli di qualità.


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Rwanda Mahembe, una comunità di piccoli coltivatori

Mahembe è una Washing station privata, di proprietà di Justin Musabyiama che qui coltiva anche il suo caffè. Justin è cresciuto nella zona e, dopo essersi allontanato per qualche tempo, ha deciso di tornare a casa, nel 2010, e di investire nella comunità locale, costruendo una Wet mill nella piantagione di caffè di suo padre. Possiede una fattoria di 8 ettari e acquista le drupe di caffè dai piccoli coltivatori della zona. Questa area non è molto famosa per i caffè di qualità, come altre regioni del Ruanda, ma un numero crescente di agricoltori ha iniziato a coltivare le piante di caffè ad altitudini più elevate, investendo anche sulla ricerca e sulla qualità.

Mahembe Washing station

Mahembe è una Washing station privata, di proprietà di Justin Musabyiama che qui coltiva anche il suo caffè. Justin è cresciuto nella zona e, dopo essersi allontanato per qualche tempo, ha deciso di tornare a casa, nel 2010, e di investire nella comunità locale, costruendo una Wet mill nella piantagione di caffè di suo padre. Possiede una fattoria di 8 ettari e acquista le drupe di caffè dai piccoli coltivatori della zona. Questa area non è molto famosa per i caffè di qualità, come altre regioni del Ruanda, ma un numero crescente di agricoltori ha iniziato a coltivare le piante di caffè ad altitudini più elevate, investendo anche sulla ricerca e sulla qualità.

Abbiamo trovato questo caffè unico, con differenze rispetto ad altri caffè presenti in questo paese, e con un grande potenziale.

Gli investimenti finalizzati a Justin, oltre al lavoro che sta svolgendo sul terreno per migliorare la qualità, danno ottimi risultati in tazza

Justin Musabyiama, nella sua Washing station

Justin Musabyiama, nella sua Washing station

Raccolta e Selezione

La stagione di raccolta, in Ruanda, avviene in genere tra Marzo ad Agosto, ma per questo specifico caffè il raccolto si concentra tra Maggio e Luglio. Tuttavia questo periodo può variare leggermente, a seconda del tempo e dell'altitudine in cui viene coltivato il caffè. Le aziende agricole sono generalmente a conduzione familiare e di piccole dimensioni, dove l’intera famiglia si occupa della raccolta e della selezione del caffè. Di solito queste aziende coltivano anche colture per il proprio consumo e ci sono alcuni agricoltori che possiedono più di un terreno.

Mahembe, la raccolta

Mahembe, la raccolta

Tutti i piccoli coltivatori di caffè, presenti nella comunità locale, consegnano le loro drupe alla stazione di lavaggio di Mahembe per la lavorazione. Pensate che anche Justin è un coltivatore e contribuisce in prima persona alla produzione di questo caffè!

Ma non è tutto così semplice …

La concorrenza infatti può essere piuttosto dura, visto che gli agricoltori possono consegnare a qualsiasi stazione di lavaggio il loro raccolto. Il mantenimento di una buona washing station dipende dalle relazioni che Justin intrattiene con gli agricoltori e dalla possibilità di offrire prezzi competitivi. Le sue radici e la sua storia in questa comunità lo aiutano tuttavia a rafforzare queste relazioni.

Ricezione delle ciliegie

Justin e tutto lo staff della Mahembe washing station sono molto competenti ed addestrati nella gestione della consegna di caffè. Esiste un regolamento molto rigido che deve essere sempre rispettato.

Gli agricoltori devono selezionare con cura le ciliegie di caffè, prima di consegnarle alla stazione di lavaggio. Se ciò non viene eseguito in modo efficiente, vi è un personale preparato che effettuerà ulteriori operazioni di cernita. Le ciliegie vengono infine depositate in un tank pieno d’acqua, dove i frutti galleggianti verranno scartati e lavorati separatamente come un caffè di qualità inferiore.

Mahembe, la ricezione delle ciliegie

Mahembe, la ricezione delle ciliegie

Fermentazione, Lavaggio ed Asciugatura

Il clima in Ruanda, durante la stagione di raccolta, è generalmente fresco e ciò aiuta a controllare il processo di fermentazione. Un Pulper Penagos Eco, qui a Mahembe, rimuove la buccia, la polpa ed il 70% della mucillagine. Il caffè viene poi fermentato a secco per 10-12 ore. Ed in seguito, classificato ed immerso in un serbatoio pieno d’acqua, dove in base alla densità viene separato in due qualità, prima di essere immerso in nuovi serbatoi, con acqua pulita, per 16 ore.

Mahembe, fase di Fermentazione

Mahembe, fase di Fermentazione

Dopo questo lavaggio, viene depositato sopra dei tavoli di pre-asciugatura, situati all'ombra, dove il caffè, ancora bagnato ed avvolto dal pergamino, viene di nuovo selezionato a mano, per rimuovere gli ultimi possibili difetti. Infine viene lasciato asciugare su degli African beds per un massimo di 21 giorni, durante i quali il caffè rimane coperto da una rete ombreggiante durante le ore più calde del giorno, di notte e ogni volta che piove.

Sostenibilità

La stazione di raccolta e di lavaggio di Mahembe produce fertilizzanti organici dalla polpa del caffè.

Mahembre, fase di Asciugatura

Mahembre, fase di Asciugatura

Il nostro Rwanda Mahembe #1 si rivela come un caffè dolce e piacevolmente fruttato, con note di uva secca, prugna e lime. Ha un aroma fresco vivace, un corpo medio ed un gusto pulito ed elegante, dai toni fruttati, ben bilanciato, con una mordida acidità ed un retrogusto lungo e persistente. Un caffè davvero eccezionale!


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Colombia Villa Flor, una storia familiare

Il Villa Flor è coltivato nella regione di Tolima, ad un’altitudine di circa 1800m, in un territorio in prevalenza montuoso, attraversato dalla Cordigliera Centrale delle Ande. Le principali varietà coltivate sono Bourbon, Colombia e Caturra. Il raccolto principale avviene tra Agosto e Novembre, rigorosamente a mano, con la selezione delle drupe mature. Questo caffè è prodotto dalla Arango Specialty Coffee, una famiglia di coltivatori colombiani che da anni si impegna a proporre un caffè di altissima qualità, selezionato e tracciabile, seguendo in prima persona l’intera filiera di produzione.

Ho assaggiato per la prima volta questo caffè durante un cupping organizzato da Sister’ Coffee, azienda a gestione familiare di importazione di caffè crudo da cui mi rifornisco da anni.

Sul tavolo di assaggio erano presenti circa una decina di Specialty colombiani, ma fu proprio il Villa Flor a conquistare il mio palato. Ne ordinai 3 sacchi e mi preparai ad una nuova sfida.

Appena giunse nel laboratorio di torrefazione, mi divertii a creare diversi profili di tostatura, realizzati in esclusiva per questo Micro Lot, sia per espresso che per filtro, ed il giorno dopo proseguii il divertimento con un accurato protocollo di assaggi.

Decisi che lo avrei proposto per entrambi i metodi di estrazione, con due diversi profili di tostatura, adatti ad esaltare, nell’insieme, una piacevole acidità, un gusto che ricordava il cioccolato e la frutta matura ed un finale liquoroso, denso e dolce.

Come sempre, conclusa l’esperienza tecnica e sensoriale, iniziai a studiare la storia di questo caffè, lasciandomi avvolgere da quella leggera ebbrezza e da quell’entusiasmo che hanno sempre accompagnato il mio lavoro.

Qui finisce una storia e ne comincia un’altra.

Il Villa Flor è coltivato nella regione di Tolima, ad un’altitudine di circa 1800m, in un territorio in prevalenza montuoso, attraversato dalla Cordigliera Centrale delle Ande.  Le principali varietà coltivate sono Bourbon, Colombia e Caturra. Il raccolto principale avviene tra Agosto e Novembre, rigorosamente a mano, con la selezione delle drupe mature.

Colombia Villa Flor, il raccolto

Colombia Villa Flor, il raccolto

Dopo la raccolta, il caffè viene posizionato su dei letti rialzati (i cosiddetti African beds) e lasciato essiccare al sole per circa 3 giorni, poi spostato in una zona ombreggiata, per assicurare un processo di asciugatura lento ed omogeneo. A seconda delle condizioni del tempo, questo processo può durare tra i 15 ed i 20 giorni.

Colombia Villa Flor, l’asciugatura

Colombia Villa Flor, l’asciugatura

Come già scritto, le drupe di caffè, raccolte a mano, sono selezionate con cura ed in tre fasi distinte: durante la raccolta, durante l’asciugatura e dopo il processo di fresatura, per rimuovere i possibili difetti. Dopo aver raggiunto un’umidità di circa 11-12%, il caffè viene confezionato in sacchi GrainPro da 35 kg e conservato in magazzino ad una temperatura costante di circa 20 ° C. Dopo un mese, il caffè è pronto per essere esportato.

Colombia Villa Flor, il processo di lavorazione

Colombia Villa Flor, il processo di lavorazione

Il nostro Villa Flor viene prodotto dalla Arango Specialty Coffee, una famiglia di coltivatori colombiani che da anni si impegna a proporre un caffè di altissima qualità, selezionato e tracciabile, seguendo in prima persona l’intera filiera di produzione. Circa tre anni fa, a Bogotà, durante una Conferenza sul Caffè, il produttore Omar Arango incontra Maria che lavora per la Colombian Spirit Coffee, una società che rappresenta e tutela una selezione delle migliori aziende produttrici di caffè, in Colombia. Da questo incontro nasce una nuova collaborazione, la famiglia Arango investe e si apre a nuovi orizzonti. Dopo circa due anni, il loro caffè, attraverso la Colombian Spirit Coffee, viene esportato e proposto in Italia.


Arango Specialty Coffee

Arango Specialty Coffee

Una mattina d’autunno, durante un cupping di caffè organizzato presso la sede di Sister’ Coffee, lo assaggio per la prima volta. Il resto è storia …


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Jamaica Blue Mountain, il lusso in una tazzina con l'anima della Jamaica

Questo celebre caffè è coltivato sulle scoscese alture delle Blue Mountain, celebri montagne situate a nord di Kingston, sulla parte orientale dell’isola, su una superficie complessiva di soli 6000 ettari. A sottolineare la sua scarsità ed esclusività, il Jamaica Blue Mountain è praticamente l’unico caffè al mondo ad essere confezionato in tradizionali barili di legno, marchiati a fuoco, invece che nei sacchi di juta.

Questo caffè nasce da piantagioni coltivate in un fertile terreno vulcanico, ricco di azoto e fosforo, fino ai 2000 metri di altitudine, sulle alture vulcaniche a nord di Kingston.

Segue un rigoroso controllo produttivo, partendo dalla crescita delle piantine, fino alla raccolta manuale delle sole bacche mature. Questi fattori, insieme al particolare processo per il quale il chicco, dopo la spolpatura e lavatura, viene lasciato riposare per sei settimane, concorrono a produrre un caffè di altissima qualità.

Si presenta, in tazza, uniforme e con una piacevole acidità aromatica, con un corpo pieno ed un gusto eccezionale, in cui si avvertono pregiate note di cioccolato fondente, tabacco, vaniglia e frutta secca.

Il Jamaica Blue Mountain è coltivato soltanto sulle scoscese alture delle Blue Mountain, celebri montagne situate a nord di Kingston, sulla parte orientale dell’isola, su una superficie complessiva di soli 6000 ettari.

Una piantagione di caffè nelle Blue Mountains, in Jamaica.

Una piantagione di caffè nelle Blue Mountains, in Jamaica.

Sfuggente, elegante e prezioso:

il lusso in una tazzina con l’anima della Jamaica

 Il caffè Jamaica Blue Mountain nasce per una decisione presa da un re francese nel XVIII secolo. Nel 1723, Re Luigi XV inviò tre piante di caffè alla colonia francese di Martinica, 1900 km a sud ovest della Jamaica. Cinque anni dopo, nel 1728, Sir Nicholas Lawes, governatore della Jamaica, ricevette in dono una pianta di caffè dal governatore della Martinica. Il resto è storia…

Quella singola pianta di caffè Arabica ha permesso che il mondo conoscesse un’altra squisita varietà di caffè. Quella pianta infatti venne curata e da essa nacque una piantagione. Nove anni dopo si ebbe la prima esportazione di caffè, nonché la nascita dell’industria giamaicana del caffè.

Le piante della varietà arabica amano il terreno ricco di azoto e fosforo delle scoscese alture delle Blue Mountains. Situate a nord di Kingston, sulla parte orientale dell’isola, le Blue Mountains raggiungono un altitudine di 2350. Le piante di caffè crescono rigogliose nel fertile terreno vulcanico, bagnato da piogge regolari e, cosa ancora più importante, protetto dal sole cocente dalla coltre di nebbia dell’isola. E’ l’insieme di tutti questi fattori a consentire lo sviluppo di un caffè caratterizzato da un aroma e da una dolcezza incredibili, un corpo cremoso e lievi note acidule.

Il caffè, per poter essere chiamato Jamaica Blue Mountain, deve essere coltivato ad altitudini comprese tra i 1000m ed i 2000m nei distretti di Portland, St. Andrew, St. Mary e St. Thomas, per una superficie totale di soli 6000 ettari.

A sottolineare la sua scarsità ed esclusività, il Jamaica Blue Mountain è praticamente l’unico caffè al mondo ad essere confezionato in tradizionali barili di legno, marchiati a fuoco, invece che nei sacchi di juta.

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La produzione annuale è infatti di solo 500 tonnellate, una quantità davvero modesta per gli standard mondiali, equivalente a meno dello 0,05% della produzione colombiana. Il risultato è quello che in molti considerano il miglior caffè del mondo: lo “ champagne del caffè”.

Il nostro Blue Mountain è prodotto dalla Wallenford Coffee Company, il più grande coltivatore di Jamaica Blue Mountain e Jamaica High Montain Coffee. Si pensi che questa compagnia controlla circa 2000 ettari di terra della Jamaica Blue Mountain Coffee.

Inoltre la Wallenford è conosciuta anche per il grande lavoro di supporto agli agricoltori locali, fornendo un concreto aiuto alle loro fattorie ed alle comunità circostanti, con infrastrutture ed incentivi per aiutarli a coltivare un raccolto che sia redditizio per loro ed in grado di supportare le loro famiglie.

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Noi tostiamo il Jamaica Blue Mountain solo una volta al mese, per preservare la qualità e la freschezza di questo eccezionale caffè. Vi garantiamo di spedire solo caffè tostato e confezionato fresco. Per scoprire la prossima data di tostatura prevista per il Jamaica, vi basta consultare il nostro E-Shop, nella pagina dedicata a questo caffè. Buona degustazione!

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Come nasce una miscela

Sono un torrefattore e di conseguenza ogni giorno mi diverto ad assaggiare nuovi caffè, cercando in quei sorsi fugaci il dolce o l’amaro, le note acidule e quelle fruttate, il cacao e la nocciola, ma anche i difetti, le note stonate, insomma il mondo in una tazza, impegnandosi a capire se sia buona o malfatta.

Sono un torrefattore e di conseguenza ogni giorno mi diverto ad assaggiare nuovi caffè, cercando in quei sorsi fugaci il dolce o l’amaro, le note acidule e quelle fruttate, il cacao e la nocciola, ma anche i difetti, le note stonate, insomma il mondo in una tazza, impegnandosi a capire se sia buona o malfatta.

In tutti questi anni ho assaggiato singole origini di caffè provenienti da tutto il mondo, passando dalla ruvida Robusta naturale ai migliori caffè Specialty, scoprendo nuovi metodi di estrazione e nuovi profili di tostatura, cercando di mantenere vive la curiosità e la passione che mi hanno sempre accompagnato.

Dal 2011 io tosto il caffè e sin dall’inizio mi sono divertito a creare delle miscele, come se fossi un alchimista alla ricerca della pietra filosofale. Con il tempo ho imparato che nulla si tramuta in oro e che dovevo ridimensionare le mie scelte.

Non ero in cerca di una pietra magica, ma di un caffè buono, dolce ed equilibrato, che potesse accontentare il gusto di gran parte dei miei clienti.

Era in fondo quello che mi serviva. Non dovevo stupire, ma solo infondere armonia. Punto. A capo.

Questo era il preambolo. Ora arriva la parte tecnica. In effetti, sono un torrefattore, mica un romanziere.

La necessità era questa: trovare una miscela di caffè, solo Arabica, perfetta per l’estrazione in espresso, di qualità, naturalmente, con un buon corpo ed una piacevole acidità, dolce e con note cioccolatose, tipicamente “ italiana “.

Prima di cominciare, ho consultato diversi professionisti del mio settore, per chiedere consigli ed informazioni, e condividendo sempre con loro, in tutto il periodo della mia ricerca, i risultati ottenuti. Mi piace lavorare in questo modo, a braccia aperte, insieme ad un gruppo di persone che vive il tuo stesso entusiasmo. Credo sia importante confrontarsi con i colleghi e magari affidarsi anche a dei bravi collaboratori, creando così una rete di energia e di buone speranze.

Ho scritto l’elenco di tutto il caffè verde che avevo, aggiungendo un paio di origini che ero curioso di provare e che gentilmente le Sister Coffee ( azienda da cui mi rifornisco per il crudo ) mi hanno inviato. Con un tostino da laboratorio, ho tostato circa 100g di ciascun caffè. Poi ho allestito un tavolo per il cupping, disponendo in modo ordinato tutte le attrezzature necessarie. Ho quindi proceduto con l’assaggio alla cieca di tutti i caffè, preparati per l’occasione con il metodo alla brasiliana. Dopo una mattina intera di assaggi, ho selezionato otto singole origini, quelle che ho ritenute migliori per la mia miscela, ipotizzando già alcune possibili combinazioni. Nei giorni seguenti ho tostato questi caffè, usando la tostatrice da 5 kg, lasciando riposare il prodotto per circa una settimana.

Poi ho attrezzato un nuovo tavolo per gli assaggi, ma stavolta dedicato esclusivamente all’espresso. Ero pronto ad una nuova giornata strapiena di caffè!

Da quella nuova sessione di assaggi, ho selezionato infine quattro singole origini di caffè, definendo già una lista di diverse possibili combinazioni. Iniziai a ragionare anche sulle percentuali da utilizzare per ciascun prodotto.

Esausto di caffeina, mi avventurai negli ultimi assaggi. Ricordo che erano in tutto cinque miscele. Fu soltanto una quella che mi conquistò. Era la più semplice.

Era quello che cercavo.

Un gusto dolce ed equilibrato, morbido e pulito, ricco di cacao e con leggere note di nocciola, dal corpo pieno, con un retrogusto di cioccolato ed una piacevole acidità.

La mia pietra filosofale.

Passò una settimana. Ed una mattina di Aprile finalmente tostai la mia nuova miscela. Decidi di effettuare diversi test di tostatura, tre per l’esattezza. Per decidere poi quale sarebbe stato il profilo migliore.

Ricordo un pomeriggio, seduto fuori su un tavolino del mio bar, in compagnia di un bravo professionista, tostatore, amico e collega, che mi ha seguito in tutto questo percorso, a bere entusiasti quell’ultima tazza di caffè. Ricordo un sorriso stanco e felice sui nostri volti.

60% Brasile Santos Cerrado Esteban

20% Indonesia Flores Raja Komodo

20% Guatemala SHB Fedecocagua


Come dici? Ti è proprio venuta voglia di provare il mio caffè?
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Come nasce una miscela

Scritto da Fabrizio Rinaldi, torrefattore

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Brasile Fazenda Junqueira Reis, storia di una fazenda

La Fazenda Junqueira Reis, situata a Carmo de Minas, nello stato di Minas Gerais, produce solo caffè Specialty ed è gestita, con amore, come riporta il loro slogan “ Brotherly Love”, dai fratelli Pedro Sergio e Jose Flavio Ferraz Reis. Ci hanno raccontato la storia della loro Fazenda, accompagnata da bellissime foto che noi riportiamo con piacere tra le pagine di questo blog.

La Fazenda Junqueira Reis, situata a Carmo de Minas, nello stato di Minas Gerais, produce solo caffè Specialty ed è gestita, con amore, come riporta il loro slogan “ Brotherly Love”, dai fratelli Pedro Sergio e Jose Flavio Ferraz Reis. Entrambi seguono con’attenzione l’intiera filiera di produzione, occupandosi anche di preservare l’ambiente e favorire l’economia locale.

I loro caffè hanno ottenuto riconoscimenti internazionali e hanno vinto numerosi premi Cup of excellence, in Brasile, da parte della Bsca ( Associacao Brasileira de Cafes Especials, Bsca in inglese).

La Fazenda si trova in una regione privilegiata, con condizione perfette per la produzione di specialty coffee, ad un altitudine compresa tra i 1050 ed i 1350 m, con stagioni ben definite, piovose in estate ed abbastanza assolate durante l’inverno. La proprietà è collocata nell’area che ospita il sigillo di indicazione di Mantiqueira de Minas che garantisce l’origine certificata del caffè. Sono inoltre membri della Cooperativa Regional dos Cafeicultores do Vale do Rio Verde – Cocarive. Questa fornisce un autentico supporto in tutte le fasi di produzione di caffè ed ha le seguenti certificazioni: BSCA, UTZ, FAIRTRADE, CERTIFICA MINAS.

La proprietà è un'eredità della famiglia ed è stata piantata circa un secolo fa. In passato la fattoria chiamata Campo Redondo, diventando JR soltanto dopo il passaggio di proprietà. Riguardo a questo argomento, tra l’altro, si può raccontare un fatto curioso: il nome è stato scelto perché le mogli di entrambi hanno lo stesso cognome, Junqueira, mentre Reis è il cognome dei fratelli. Di conseguenza i figli delle due famiglie hanno esattamente lo stesso cognome: Junqueira Reis. (JR)

 In questi giorni, abbiamo avuto la fortuna di contattare via mail Jose Flavio Reis, uno dei due fratelli, che si è mostrato subito gentile e disponibile nei nostri confronti.

Jose Falvio ci ha raccontato la storia della sua Fazenda, accompagnata da bellissime foto che noi riportiamo con piacere tra le pagine di questo blog. Non resta che allietarci nella lettura, sorseggiando naturalmente un ottimo caffè, lasciandosi sorprendere dalle sue note cioccolatose e fruttate, immaginando magari di trovarsi in Brasile, presso la Fazenda Junqueira Reis, a vivere nuove esperienze, in una terra straordinariamente ricca di avventure e di caffè.

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Colombia Finca El Poema: la storia e le immagini

Nel Triangolo del Caffè, noto come Eje Cafetero, formato dai dipartimenti di Caldas, Quindío e Risaralda, e più precisamente nel Municipio di Palestina ( Dipartimento di Caldas), in una regione con un suolo di origini vulcaniche ed un micro clima ottimo per la produzione di caffè, nasce Poema Specialty, un’apprezzabile inizativa, ideata da un giovane produttore, nuovo in questo business, che ha acquisito la farm El Poema, nel 2016, ricevuta in eredità da suo padre, con il sogno di portare l’attiva di caffè ad un altro livello, rompendo i paradigmi e sviluppando differenti processi di lavorazione.

Ho assaggiato per la prima volta questo caffè durante un cupping organizzato da Sister Coffee Lab, in compagnia di Chiara e Francesca, le Sister Coffee, appunto, e del trainer Andrea Matarangolo, in un piacevole clima di condivisione, insieme ad altri coffee lover conosciuti in quella occasione.

Conosco Chiara e Francesca da tanti anni, da quando ho iniziato la mia avventura nel mondo del caffè. Con Stefano Panichi, loro padre, si può dire che ho mosso i miei primi passi da torrefattore e sono davvero contento, adesso, di proseguire questo amichevole rapporto professionale anche con le “ sorelle del caffè”.

In pratica, Sister Coffee è un’azienda di importazione di caffè crudo da cui sono in contatto da anni. Sister Coffee Lab è il loro Laboratorio di degustazione e formazione professionale sul caffè, dove ho avuto la fortuna ed il piacere di frequentare diversi corsi e vivere giornate di assaggio, sempre coordinate da Andrea Matarangolo, super Trainer Sca. In occasione di una degustazione dedicata ai caffè colombiani, Specialty e non, ho scoperto questo Colombia Finca El Poema, di cui mi hanno colpito le evidenti note di frutta matura e di ciliegia ed una pronunciata acidità vinosa, conquistando subito il mio interesse. Ho acquistato dalle Sister questo fantastico caffè e sin dall’inizio ho deciso di proporlo solo in filtro, in quanto mi è sembrato il miglior metodo di estrazione per esaltare le sue caratteristiche.

Come sempre, quando un caffè mi appassiona, voglio scoprire tutta la sua storia.

E come sempre, mi diverto a raccontarla sulle pagine di queste blog, arricchita da foto scattate direttamente in piantagione che gentilmente Chiara e Francesca mi hanno inviato.

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Nel Triangolo del Caffè, noto come Eje Cafetero, formato dai dipartimenti di Caldas, Quindío e Risaralda, e più precisamente nel Municipio di Palestina ( Dipartimento di Caldas), in una regione con un suolo di origini vulcaniche ed un micro clima ottimo per la produzione di caffè, nasce Poema Specialty, un’apprezzabile inizativa, ideata da un giovane produttore, nuovo in questo business, che ha acquisito la farm El Poema, nel 2016, ricevuta in eredità da suo padre, con il sogno di portare l’attiva di caffè ad un altro livello, rompendo i paradigmi e sviluppando differenti processi di lavorazione.

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Il raccolto principale avviene tra Ottobre e Novembre, selezionando a mano solo le drupe mature, seguendo uno standard di altà qualità in tutta la fase di lavorazione, per garantire la finale uniformità del prodotto.

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Tipico di questo caffè è il prolungato controllo del processo di fermentazione, dalla durata di 36 ore, che determina l’effettivo sviluppo di alcol, potenziando l’acidità, la dolcezza ed i flavour fruttati, garantendo al tempo stesso una produzione pulita ed un prodotto uniforme e differenziato, con una tazza complessa, con un acidità brillante, note dolci e fruttate ed un corpo bilanciato che garantisce una speciale esperienza al palato.

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Un caffè da provare ad ogni costo, almeno una volta!

Noi seguiamo con impegno il mondo del caffè e la sua continua evoluzione. Per questo motivo, riteniamo sia fondamentale rinnovare in modo costante il nostro catalogo, in modo da offrire una selezione di caffè innovativa e vivace. Ogni prodotto, di conseguenza, viene da noi proposto solo per un periodo limitato.

Se volete restare aggiornati sui nostri caffè, basta invarci una mail a info@cafferinaldi.it


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Brasile Nossa Senhora Aparecida: storia di una Fazenda

Quando penso al Brasile, penso ad un caffè dal gusto pieno di cioccolata, sorseggiato sotto un sole accogliente, guardando una distesa infinita di piante di caffè, in compagnia di giovani coltivatori e donne affascinanti, ballando un samba nei giorni di carnevale … No, stop, adesso sto esagerando, torniamo ad essere seri, parliamo di caffè, di quello buono, senza troppi giri di parole.

Quando penso al Brasile, penso ad un caffè dal gusto pieno di cioccolata, sorseggiato sotto un sole accogliente, guardando una distesa infinita di piante di caffè, in compagnia di giovani coltivatori e donne affascinanti, ballando un samba nei giorni di carnevale … No, stop, adesso sto esagerando, torniamo ad essere seri, parliamo di caffè, di quello buono, senza troppi giri di parole.

Vi racconto oggi un caffè davvero speciale, di cui sono rimasto convinto sin dal primo momento in cui l’ho assaggiato ed ho sentito la sua storia, trovando subito una genuina sintonia con Victor, il suo importatore. Ma entriamo nei dettagli …

La Fazenda Nossa Senhora Aparecida è stata fondata dalla famiglia Dias Villela circa 60 anni fa.

Ancora oggi, Cinthia, Ticiana, Claudia e Roney Dias Villela, figli di Regina Lucia Dias e Edmo Junqueira Villela, portano l’avanti l’azienda, gestita dalla stessa famiglia da ben 4 generazioni. Questa fazenda si trova a Carmo de Minas, alle pendici della catena montuosa della Serra da Mantiqueira, ad un altitudine di 1300m. Si estende per circa 200 ettari di terra, coltivati con piante di caffè e gode di un clima eccellente.

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L’intera fase di produzione del caffè viene seguita in prima persona dalla famiglia Dias Villela e ciò garantisce un’alta e costante qualità del prodotto.

Il Nossa Senhora Aparecida è un caffè naturale, raccolto a mano, di varietà Yellow Bourbon.

Noi siamo arrivati questo caffè grazie a Victor Morassi, proprietario, insieme a Guido Bearzotti e Roney Dias Villela, di CQT COFFEES, azienda di importazione di caffè brasiliano, con base a Trieste, in Italia, ed a Carmo de Minas, in Brasile, che lavora in collaborazione con COCARIVE, cooperativa composta da circa 1000 piccoli e medi coltivatori che nel tempo è diventata un punto di riferimento nel mondo specialty, grazie ad i suoi ottimi caffè. A questa, si aggiunge anche la Micro-Regione Mantiqueira de Minas, presente nello stato di Minas Gerais, che raccoglie circa 8800 coltivatori ed è riconosciuta per la produzione di caffè brasiliani eccellenti, grazie ad un terreno ricco di minerali, coltivato ad una buona altitudine con condizioni climatiche ideali. Tutti insieme lavorano con impegno per produrre un caffè di alta qualità, rispettando e sostenendo le comunità locali, con investimenti mirati ad educare i coltivatori, con nuove tecniche di lavorazione ed attrezzature moderne, in un contesto di autentica passione per il proprio lavoro.

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In tazza rivela piacevoli aromi di caramello e miele, un corpo ricco ed intenso, con dolci note di cioccolato fondente, frutta secca e zucchero di canna.

Un caffè eccezionale da ogni punto di vista. Non resta che assaggiarlo, con la promessa di compiere una follia, un giorno, ed attraversare l’oceano per conoscere da vicino la famiglia Dias Villela e la loro magnifica fazenda!

Noi seguiamo con impegno il mondo del caffè e la sua continua evoluzione. Per questo motivo, riteniamo sia fondamentale rinnovare in modo costante il nostro catalogo, in modo da offrire una selezione di caffè innovativa e vivace. Ogni prodotto, di conseguenza, viene da noi proposto solo per un periodo limitato.

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Honduras Finca Platanares, storia di un'amicizia e di un caffè dal gusto intenso di ciliegia

Questa è una storia d’amicizia, con Andrej Godina, e la scoperta di un caffè dal gusto intenso di ciliegia.

Ma come in tutte le storie, per capirle fino in fondo, bisogna raccontarle dall’inizio …

Questa è una storia d’amicizia, con Andrej Godina, e la scoperta di un caffè dal gusto intenso di ciliegia. Ma come in tutte le storie, per capirle fino in fondo, bisogna raccontarle dall’inizio …

Ho incontrato per la prima volta Andrej durante un evento organizzato da Umami Area, per l’esattezza in occasione di un Umami Olive Oil Camp, a cui avevo partecipato tramite un suo invito. E così, tra le campagne e gli oliveti di Poggio Mirteto, ho scoperto un personaggio unico nel suo genere, riconosciuto a livello internazionale come trainer ed assaggiatore di caffè. Mi sono trovato subito in sintonia con lui. Ed insieme abbiamo organizzato un evento sul caffè, di cui ho bellissimi ricordi. Ma soprattutto Andrej mi ha seguito e consigliato in questo machiavellico e affascinante mondo del caffè. Magari un giorno scriverò un articolo su di lui, ma non è questo il momento: perché oggi si parla di un caffè dell’Honduras a cui sono molto legato.

Io e Andrej Godina, in occasione del nostro primo incontro

Io e Andrej Godina, in occasione del nostro primo incontro

Vi ho appena accennato ad Umami Area, un contenitore culturale che da anni si impegna a promuovere e diffondere la cultura di un caffè di qualità. Di recente, i soci fondatori di questa associazione hanno costituito una nuova società in Honduras dal nome UMAMI AREA HONDURAS SA de CV e hanno deciso di investire nei territori in cui si coltiva il caffè, acquistando una piantagione, con l’obiettivo di sostenere l’economia locale e produrre un prodotto di alta qualità.

Nasce cosi il micro lot special preparation Finca Platanares

Questo caffè viene coltivato nell’Honduras occidentale, nella valle di Las Capucas – area di Copan, sui pendii montagnosi del fiume Rio Colorado ad un altitudine di 1150 m, su un terreno ombreggiato da piante di platano e banani. Questa ombreggiatura permette al suolo di mantenere un’elevata umidità e di favorire la vita biologica della pianta garantendo un buon apporto di potassio al terreno. Inoltre, gli alberi di platano e banana, offrono un’abbondante quantità di frutta che viene utilizzata giornalmente nella dieta dei lavoratori in piantagione. Ma non è tutto. Gli alberi crescono molto velocemente, quindi due volte l’anno hanno bisogno di potature che producono molto materiale organico che viene lasciato sul suolo, tra le file di piante di caffè. Questo fatto contribuisce all’arricchimento organico del terreno e la fissazione di ulteriore potassio.

Honduras Finca Platanares, la piantagione

Honduras Finca Platanares, la piantagione

Umami Area ha deciso anche di investire in 10 alveari con api che sono stati installati vicino alla finca Platanares, non solamente per produrre un ottimo miele biologico ma anche per stimolare l’impollinazione e migliorare la vita dell’ecosistema circostante.

Il caffè viene raccolto a mano, da solo 5 raccoglitori, che pongono grande attenzione alla raccolta delle sole ciliegie mature.

I frutti raccolti vengono messi ad essiccare in un tempo breve, massimo sei ore dopo la raccolta, su un patio e all’interno di una serra. Questo processo dà luogo al cosiddetto metodo “naturale” che permette al frutto intero di essiccare fino a raggiungere un’umidità del 12%.

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Umami Area Honduras con Finca Platanares è un socio della cooperativa locale Cocafcal che realizza diversi progetti sociale per favorire l’economia locale e si impegna a preservare l’ambiente, con una diversificazione del prodotto, con pratiche agricole sostenibili, produzione di miele, riforestazione e protezione del fiume Rio Colorado.

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Come non restare affascinati da un caffè del genere, sapendo che l’intera produzione nasce da un progetto di Andrej Godina e di tutto lo staff di Umami Area?

Per esserne convinti, non resta che assaggiarlo. Io l’ho fatto, naturalmente.

Ed ho sentito un aroma dolce e fruttato, con note di ciliegie mature, marmellata di frutta, dai toni piacevolmente vinosi, con un leggero retrogusto di cioccolato fondente.

Un caffè che rientra in pieno diritto nella lista dei miei caffè preferiti!

Noi seguiamo con impegno il mondo del caffè e la sua continua evoluzione. Per questo motivo, riteniamo sia fondamentale rinnovare in modo costante il nostro catalogo, in modo da offrire una selezione di caffè innovativa e vivace. Ogni prodotto, di conseguenza, viene da noi proposto solo per un periodo limitato.

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Kenia Gatomboya, un viaggio tropicale

Gatomboya è una parola Kikuyu che significa “palude“, ed indica, in questo caso, una zona paludosa, adatta tra l’altro alla coltivazione di arrowroot, una fecola alimentare estratta da alcune piante tropicali. A proposito di piante tropicali, vedrete che il termine tornerà spesso in questo articolo!

Gatomboya è una parola Kikuyu che significa “palude“, ed indica in questo caso una zona paludosa, adatta tra l’altro alla coltivazione di arrowroot, una fecola alimentare estratta da alcune piante tropicali.

A proposito di piante tropicali, vedrete che il termine tornerà spesso in questo articolo!

Gatomboya Factory indica invece la stazione di lavaggio da cui proviene questo caffè. Si trova a Nyeri, nel Kenia centrale, e fa parte della Società cooperativa di Barichu. Questa racchiude 600 piccoli agricoltori, ciascuno proprietario di circa 100 piante di caffè, coltivate sugli altopiani nei dintorni del Monte Kenia, ad un’altitudine di 1800m, su un suolo vulcanico e ricco di minerali. La produzione totale è di circa 350 tonnellate di drupe l’anno ed è gestita dalla Tropical Farm, una compagnia di caffè che promuove la piena qualità e tracciabilità del prodotto, con un autentico supporto verso le comunità locali.

Il raccolto avviene esclusivamente a mano, selezionando solo i frutti maturi, a cui segue un accurato processo di lavorazione, supportato dal favorevole contesto naturale in cui viene prodotto questo caffè: ad esempio, la fermentazione avviene in vasche piene di acqua corrente, proveniente dal vicino torrente Gatomboya. Il caffè viene poi asciugato ed essiccato al sole, sui cossiddetti African beds. Le varietà principali sono SL28 e SL34. La produzione del caffè in Kenia è molto trasparente e questo permette ai coltivatori di vendere ad un giusto prezzo il proprio prodotto, in una filiera che rispetta le regole commerciali.


Kenia Gatomboya, l’asciugatura del caffè.

Kenia Gatomboya, l’asciugatura del caffè.

In questo clima di fiducia, l’assaggio del caffè è, in pratica, un atto di piacere. Ed infatti, si resta subito sorpresi da un fresco aroma di frutti tropicali, con piacevoli note di frutta della passione e ananas.

Sembra quasi di parlare di un mondo esotico, da cui si è naturalmente attratti, come dei viaggiatori in cerca di un paradiso turistico!

E allora non ci resta che rilassarsi e lasciarsi avvolgere da un caffè dal gusto tropicale, complesso e pieno di aromi, impossibile da dimenticare.

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Etiopia Negele Gorbitu Magarrisa: la passione ed il coraggio

L’Etiopia per me è il ritratto di una donna, sorridente e con gli occhi pieni di vita, che stringe tra le mani una Jebena e si prepara a versare il caffè agli ospiti della sua casa, seguendo una cerimonia immutata nei secoli, in piccole tazzine in ceramica senza manico.

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L’Etiopia per me ha gli occhi sorridenti di una donna, mentre stringe tra le mani una Jebena e si prepara a versare il caffè agli ospiti della sua casa, in piccole tazzine senza manico, seguendo una cerimonia che si ripete immutata nei secoli. Il caffè verrà servito tre volte e presto nell’aria si diffonderà un aroma soave, mentre il crepitio del fuoco, su cui era stato posto un braciere per cuocere il caffè, sarà il sottofondo naturale di questa scena.

L’Etiopia è l’inizio di ogni cosa.

Questo è l’unico territorio al mondo dove la pianta di caffè nasce in modo spontaneo, senza l’intervento dell’uomo. Da sempre.

Mi è bastato così seguire l’istinto e l’entusiasmo, per raccontare oggi un nuovo caffè. Uno Specialty Coffee, per l’esattezza.

In questi mesi ho avuto la fortuna di conoscere un nuovo importatore di caffè crudo, nella figura di Jamie, che rappresenta la sua azienda, con sede in Nord Europa. Ero in cerca di eccezionali caffè africani e lui mi ha inviato una selezione dei suoi migliori prodotti. Li ho tostati con Ikawa, in compagnia di un valido panel di assaggiatori, ed infine ho preso la mia decisione. Ho ordinato un sacco di Etiopia Negele Gorbitu Magarrisa, il caffè che più di tutti mi aveva convinto. In particolare, mi avevano coinvolto le sue evidenti noti di frutta gialla, come la pesca, e la sua vivace acidità che ricordava il lime. Era inoltre molto dolce e profumato. A convincermi in modo definitivo in questa scelta, è stata la storia di questo caffè e la descrizione dell’azienda che lo produce.

Etiopia Negele Gorbitu Magarrisa: la raccolta del caffè

Etiopia Negele Gorbitu Magarrisa: la raccolta del caffè

Negele Gorbitu è una piccola cooperativa di coltivatori, fondata nel 2007, che si impegna a produrre un caffè di alta qualità, ed il nome deriva dall’area in cui viene prodotto.

Ma questo specifico caffè, Negele Gorbitu Magarrisa, proviene invece da una singola farm, di soli 30 ettari, di proprietà di due coltivatori, Gizaw e Frehiwot, marito e moglie.

Loro hanno creato questa piccola azienda pochi anni fa, credendo fortemente nel progetto. Una rarità, per quanto riguarda la produzione del caffè in Etiopia, difficilmente legato ad una singola azienda. Di recente, si stanno interessando anche alla costruzione di una propria Washing Station, per diventare così totalmente indipendenti in tutte le fasi di lavorazione del caffè.

Io ho scelto quindi di premiare il loro coraggio.

Tutte le drupe provengono dalla loro farm e sono accuratamente raccolte a mano. Gizaw è un grande conoscitore del caffè e lavorava già da anni in questo settore. Si impegna con autentica passione ed ha deciso di investire solo nelle comunità locali. Frehiwot si occupa della vendita e dell’esportazione. Insomma, sono davvero una grande coppia!

Le varietà di questo caffè sono definite come Ethiopian Heirloom, un insieme di cultivar derivanti dalla nativa Typica che si riproducono in modo spontaneo e selvatico. Le drupe di caffè, dopo essere state raccolte e selezionate, vengono spolpate e inserite in vasche di fermentazione per 24/72 ore, messe poi in ammollo in acqua corrente per altre 6 ore, e poi lasciate asciugare per circa 9/15 giorni, sui cosiddetti African beds.

Una garanzia di controllo e di alta qualità del prodotto, dalla fase di semina della pianta al raccolto ed essicazione, ci ha convinti in modo esaustivo ad acquistare questo caffè. E dopo averlo tostato ed assaggiato, siamo entusiasti di questa scelta!

In tazza ha rivelato un aroma dolce e floreale, con note piacevoli di pesca, unite ad un delicato retrogusto di cacao.

Ormai si conclude il nostro viaggio, con un ultimo tratto di fantasia, ritornando agli inizi di questa storia, con una donna etiope che sorride e riempie diverse tazze di caffè. E noi da qui non vogliamo più andare via!

Noi seguiamo con impegno il mondo del caffè e la sua continua evoluzione. Per questo motivo, riteniamo sia fondamentale rinnovare in modo costante il nostro catalogo, in modo da offrire una selezione di caffè innovativa e vivace. Ogni prodotto, di conseguenza, viene da noi proposto solo per un periodo limitato.

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Burundi Yagikawa: la nuova avventura

Il Burundi Yagikawa è prodotto ed esportato dal Consorzio “ Cococa “, un unione di Cooperative di Coltivatori di Caffè, fondata nel 2012. Ogni Cooperativa è provvista di una propria stazione di spolpatura e lavaggio. Il nostro caffè proviene, appunto, dalla Cooperativa Yagikawa, il cui processo di lavorazione si conclude nella Rwiri Coffee Washing Station, una stazione di lavaggio fondata nel 2007 è composta da 1745 membri, di cui ben 250 sono donne. In questa stazione viene lavorato solo caffè Arabica, di varietà Bourbon, lavato, di altissima qualità.

Credo che il Burundi Yagikawa rappresenti l’inizio della mia avventura nel mondo degli Specialty.

Dopo aver affrontato un lungo percorso, in questi anni, alla ricerca dei migliori paesi in cui si coltiva il caffè, ho sentito il desiderio di percorrere una strada ancora più affascinante, ricca di sorprese e di nuove esperienze sensoriali. Volevo affacciarmi ad un mondo che parlasse di Micro Lot, Single Farm e Cupping Score, con l’obiettivo di stabilire un contatto diretto con i coltivatori ed i produttori di caffè di altissima qualità. Ero pronto ad affrontare nuovi profili di tostatura, sempre più complessi, e nuovi test di degustazione. Come sempre, mi affidai al trainer Andrej Godina, a cui chiesi un consiglio per cominciare questa nuova impresa. Grazie a lui, riuscii ad entrare in contatto con un valido importatore tedesco, da cui mi feci inviare una selezione dei suoi migliori caffè. Condivisi la mia esperienza di assaggio con Andrej ed il risultato fu positivo: il Burundi Yagikawa rappresentava benissimo l’inizio di questa nuova sfida.

Ricordo ancora una calda mattina d’estate, quando lo bevvi per la prima volta, estratto in filtro, in compagnia di un fedelissimo panel di assaggiatori che condivisero il mio stesso entusiasmo.

La nuova avventura stava finalmente per cominciare.

Come era di mia abitudine, prima dell’acquisto, mi informai su questo caffè per scoprire le su origini e l’intera filiera di produzione.

Queste informazioni le racconto adesso, in poche righe, tra le pagine di questo blog, come se fosse un diario di bordo, da rileggere durante un piacevole viaggio verso le terre africane.

 

La Coffeea Arabica è stata introdotta in Burundi intorno al 1930, dagli Arabi.

Questa pianta viene coltivata ad un’altitudine compresa tra i 1500 ed i 2000 mt, fiorisce a Settembre/Ottobre  e nei seguenti mesi estivi avviene il raccolto. Il metodo di lavorazione è quasi completamente a umido e si esportano circa 400 mila sacchi l’anno, ovvero il 90% della sua intera produzione.

Il Burundi Yagikawa è prodotto ed esportato dal Consorzio “ Cococa “, un unione di Cooperative di Coltivatori di Caffè, fondata nel 2012. Ogni Cooperativa è provvista di una propria stazione di spolpatura e lavaggio. Attualmente questo consorzio è formato da 33 cooperative, con più di 27000  persone che lavorano al suo interno. Il Burundi di cui vi sto parlando proviene, appunto, dalla Cooperativa Yagikawa, il cui processo di lavorazione si conclude nella Rwiri Coffee Washing Station, una stazione di lavaggio fondata nel 2007 è composta da 1745 membri, di cui ben 250 sono donne. In questa stazione viene lavorato solo caffè Arabica, di varietà Bourbon, lavato, di altissima qualità.

Noi seguiamo con impegno il mondo del caffè e la sua continua evoluzione. Per questo motivo, riteniamo sia fondamentale rinnovare in modo costante il nostro catalogo, in modo da offrire una selezione di caffè innovativa e vivace. Ogni prodotto, di conseguenza, viene da noi proposto solo per un periodo limitato.

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Il caffè dei draghi: Indonesia Flores Raja Komodo

Il nome Raja Komodo deriva dal celebre drago che popola questo luogo. O meglio, sull’isola di Komodo, che fa parte dell’arcipelago da cui proviene questo caffè, si possono ancora ammirare, allo stato selvaggio, i Varani di Komodo, i più grandi sauri viventi. Osservandoli da vicino, sembrano avere davvero le sembianze di un drago. 

auto americane anni ‘50

Dietro ogni mio caffè si nasconde sempre una storia, forse perché sono un sognatore, nella vita, e quindi per mia natura mi diverto a raccontare tutto ciò che vedo, da un punto di vista romantico e nostalgico. Sarà la passione per i viaggi, o la curiosità di scoprire sempre cose nuove, che mi ha portato, sin dall’inizio della mia avventura di torrefattore, alla ricerca di singole origini di caffè. Mi sono divertito, in questi anni, a tostare e poi ad assaggiare caffè provenienti da tutto il mondo, cercando di intuire il segreto di quelle meravigliose terre in cui viene coltivato.

Devo ammettere che in questa caccia al tesoro non mi sono mai annoiato!

Di conseguenza, quando mi sono avvicinato per la prima volta al Raja Komodo, tramite un campione di caffè crudo che il mio fornitore gentilmente mi aveva inviato, non ho esitato ad assaggiarlo. Subito sono rimasto colpito da un gusto pieno di cioccolato, con delicate note di vaniglia naturale e cereali tostati. Si presentava con una crema compatta e persistente , bassa acidità ed un piacevole aroma floreale. Ero in cerca, in quel periodo, di un ottimo caffè asiatico, da inserire nel mio catalogo e questo Indonesia mi aveva immediatamente catturato. 

Proviene dalla regione Bajawa, sull’isola di Flores, e viene coltivato su un terreno vulcanico, ricco di micro nutrienti. Si presenta con un chicco allungato, con una chiara linea al centro, e di colore verde bluastro e brillante. Viene raccolto a mano e subisce un particolare metodo di lavorazione, definito nella lingua locale Bahasa “macinazione ad umido”. In pratica, le drupe di caffè vengono spolpate quando si trovano ancora ad un alto contenuto di umidità ( circa 40.50%). Questo processo determina, una volta essiccato, la sua tipica brillantezza. 

In seguito ho scoperto che il nome Raja Komodo deriva dal celebre drago che popola questo luogo. O meglio, sull’isola di Komodo, che fa parte dell’arcipelago da cui proviene questo caffè, si possono ancora ammirare, allo stato selvaggio, i Varani di Komodo, i più grandi sauri viventi. Osservandoli da vicino, sembrano avere davvero le sembianze di un drago. 

Che altro dire … un assaggio convincente, una storia ai confini della fantasia … questo caffè aveva tutti i requisiti per far parte della mia collezione!

Quando mi arrivò il primo sacco da 60 kg, notai subito, attraverso il mio Wile Coffee, un misuratore d’umidità del caffè verde, che aveva un alto contenuto di umidità, circa l’11%, e che quindi meritava uno specifico profilo di tostatura: una fiamma più alta durante la prima fase, in modo da accelerare il processo di asciugatura, ed una con minore intensità durante la fase finale, in quanto il crack sarebbe durato più a lungo del solito, a causa dell’alta densità di questo chicchi. Scelsi comunque una tostatura media che rispettasse le caratteristiche di questo caffè e gli donasse anche una piacevole e delicata nota di acidità. 

( Da tenere presente che adesso lavoro con una nuova tostatrice, dove la modulazione delle fiamme e dell’air flow e la gestione delle temperature avviene in un modo molto più complesso. La descrizione di come ho affrontato la tostatura dell’Indonesia si riferisce ad un periodo in cui usavo una Tostatrice più semplice e quindi con pochi parametri su cui lavorare )

Nel tempo, ho migliorato questo profilo di tostatura, per rendere ancora più evidenti le note di cioccolato e vaniglia ed il retrogusto di cacao fondente. Ho anche cambiato l’immagine con cui presento questo prodotto. Con il nuovo packaging, dedico ad ogni singola origine di caffè un etichetta di uno specifico colore. Per l’Indonesia ho scelto il giallo, in quanto l’oro e la sua vivace brillantezza sono una presenza costante nei costumi locali di questo paese.

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Ma non è tutto.

Io propongo una sola miscela di caffè Arabica, presente nella mia caffetteria, ed è composta addirittura al 50% con questo Indonesia di cui vi sto parlando.

Quindi, gran parte del caffè che bevo abitualmente tutti i giorni è per meta indonesiano!

E allora, visto che ci convivo, con il caffè di questa terra, mi viene naturale raccontarlo con entusiasmo e percepire, in ogni istante, quel piacevole aroma floreale ed un gusto pieno di cioccolata che riempiono di dolcezza la mia giornata!

Noi seguiamo con impegno il mondo del caffè e la sua continua evoluzione. Per questo motivo, riteniamo sia fondamentale rinnovare in modo costante il nostro catalogo, in modo da offrire una selezione di caffè innovativa e vivace. Ogni prodotto, di conseguenza, viene da noi proposto solo per un periodo limitato.

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Il Cuba Serrano Superior sognando l'Avana

Lo ammetto, se penso alla República de Cuba, il mio primo pensiero non va alle piantagioni di caffè coltivate tra le montagne della Sierra Maestra ma si sofferma direttamente sul mare, i Caraibi, per poi viaggiare nell’entroterra alla ricerca de L’Avana delle tracce della Revolución, dei sigari, del Mojito e delle auto americane degli anni’50 per finire a ballare un Mambo con un’affascinante donna cubana.


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auto americane anni ‘50

Lo ammetto, se penso alla República de Cuba, il mio primo pensiero non va alle piantagioni di caffè coltivate tra le montagne della Sierra Maestra ma si sofferma direttamente sul mare, i Caraibi, per poi viaggiare nell’entroterra alla ricerca de L’Avana delle tracce della Revolución, dei sigari, del Mojito e delle auto americane degli anni’50 per finire a ballare un Mambo con un’affascinante donna cubana.

Ma il sogno poi finisce e mi trovo a tostare 5 kg di Cuba Serrano Superior, seguendo con attenzione la curva di tostatura in modo da garantire un perfetto sviluppo ai chicchi di caffè. E di tutte quelle belle immagini mi resta solo il gradevole aroma di tabacco, tipico di un caffè cubano appena tostato. Ed è proprio questa sensazione tabaccosa all’origine della mia storia con il Cuba Serrano.

E’ nata in un modo abbastanza casuale e di certo non pensavo durasse così a lungo.

Anni fa, un caro cliente di Cremona a cui spedisco tuttora puntualmente il caffè, mi chiese se potevo procurargli un kg di Cuba Serrano Superior. Mi disse che l’aveva assaggiato poco prima a un evento itinerante di “Io bevo caffè di qualità” (format di sensibilizzazione al caffè di qualità lanciato nel 2012 da Andrej Godina e Francesco Sanapo), che era rimasto colpito da quelle note pronunciate di tabacco e cioccolato fondente e che avrebbe avuto piacere di ritrovare ancora quel gusto, magari in un mio caffè.

E si comincia

Contattai subito diversi fornitori di crudo, finchè trovai lo specifico Cuba Arabica Lavado Serrano Superior che stavo cercando. Ne ordinai un sacco da 60 kg e quando arrivò nel mio laboratorio di torrefazione, rimasi colpito dal crivello di quei chicchi. Erano davvero piccoli, con una forma tondeggiante e di colore verdastro. Pensai subito che non sarebbe stato semplice tostarli, in quanto avrei corso facilmente il rischio di bruciarli. Pensai quindi di adottare un profilo di tostatura morbido e rispettoso del chicco, abbassando notevolmente la fiamma dopo il primo crack ed evitare il rischio di schorching. Per fortuna andò benissimo. Al primo assaggio anche io rimasi colpito dalle note avvolgenti di tabacco, cacao e frutta secca, lo stesso piacere che aveva pervaso il mio cliente di Cremona. Quindi, quasi per gioco, decisi di inserirlo nel mio catalogo per un periodo limitato di tempo. Fu in questo modo che lo scoprì anche Francesco, un altro mio nobile cliente di Roma, che da anni ha scelto di bere solo il mio caffè cubano!

Un’etichetta ad hoc

Per l’occasione pensai di realizzare una bella etichetta che omaggiasse questo speciale Single Origin. All’epoca collaboravo con Andrea Giordano, un bravo e giovane artista in cui ritrovavo il mio stesso entusiasmo, che realizzò un simpatico disegno. Ritraeva un’affascinante donna cubana ed un’automobile americana degli anni’50 che ben definivano il mio immaginario di Cuba.

Poi le storie cambiano, io ho cambiato stile, e adesso utilizzo un nuovo packaging in linea con il mio nuovo modo di lavorare. Ma tuttavia i caffè restano, e il Cuba sta ancora qui, a far venire quasi voglia di fumare anche ad un non fumatore incallito come me.

Il sacco da 60 kg finì in breve tempo. Ne ordinai un altro e poi un altro ancora. Piaceva così tanto che decisi di inserirlo nella miscela che oggi vendo di pù, l’Arabica, composta per il 30% da caffè cubano. Quindi credo proprio che continuerò a tostare caffè cubano fino alla fine dei miei tempi.

il sigaro cubano

il sigaro cubano

Curiosità

Lo sapevate che a Cuba non esistono piccoli produttori di caffè e che l’intera produzione è gestita da Cubaexport, l’impresa di esportazione di alimenti fondata negli anni’60 dal Ministero degli Affari Esteri Cubano? In pratica il caffè è esclusivamente di proprietà dello stato, in perfetta sintonia con la gestione politica di questo paese. Io l’ho scoperto proprio quando iniziai a lavorare il Cuba Serrano.

Ora, visti gli ultimi eventi, non so se la situazione stia cambiando, ma non è di mia competenza affrontare questo argomento. Trovo invece affascinante parlare del Cafecito, il tipico caffè bevuto dai cubani.

Il Cafecito

E’ abbastanza simile al nostro espresso. Di solito si utilizza una tostatura molto scura e durante l’estrazione con una classica macchina per Espresso, si versano le prime gocce di caffè in un piccolo recipiente, si aggiungono uno o due cucchiaini di zucchero di canna e si mescola rapidamente in modo da creare una spuma molto dolce che infine si versa nella tazzina. Il risultato sarà una tazzina di caffè, piena fino all’orlo, dal gusto dolciastro e cioccolatoso.

In realtà questo metodo è conosciuto anche in Italia e ci sono alcune caffetterie che lo servono per abitudine, anche se sicuramente non lo chiamano Cafecito.

Certo, l’assaggio di ogni prodotto tipico, e non parlo solo di caffè, è sicuramente più affascinante ed appagante se fatto in loco. Ma se tuttavia oggi non vi fosse possibile visitarla, ricordatevi che con l’immaginazione si può arrivare ovunque. Come me adesso che sorseggiando un Cafecito, seduto in questa polverosa caffetteria di La Habana Vieja con in sottofondo i Buena Vista Social Club, saluto dalla finestra i coltivatori che raccolgono a mano delle meravigliose e rosse drupe di caffè sulla catena montuosa della Sierra Maestra. E non mi importa nulla se in realtà la Sierra Maestra da L’Avana non si vede neanche col binocolo, perché questa è l’immagine di Cuba che oggi mi porto nel cuore.

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"Prova il Tanzania!" - La storia del mio AA Top Quality

In Tanzania non ci sono mai stato ma è un luogo che mi ha sempre affascinato. Per quella sua natura remota ed incantevole e per le sue aree protette, dove una fauna selvatica e di altri tempi ci ricorda fermamente che questa è l’Africa e che in questi posti rischi di lasciarci davvero il cuore... 

caffè rinaldi

In Tanzania non ci sono mai stato ma è un luogo che mi ha sempre affascinato per quella sua natura remota ed incantevole e per le sue aree protette, dove una fauna selvatica e di altri tempi ci ricorda fermamente che questa è l’Africa e che in questi posti rischi di lasciarci davvero il cuore. 

Sarà per questo motivo che anni fa, durante una telefonata con Stefano Panichi, all’epoca mio mentore nel mondo del caffè, quando gli chiesi consiglio per una Miscela di solo Caffè Arabica in cui volevo valorizzare una buona acidità e delle note piacevolmente fruttate, alla sua risposta di provare con il Tanzania che avrebbe di certo donato un gusto più complesso alla miscela senza spezzare tuttavia il suo equilibrio, io accettai subito.
Così ordinai il mio primo sacco di Tanzania AA Top Quality. Ricordo ancora alcuni frammenti di quella telefonata, compreso il celebre “Prova con il Tanzania“ che di colpo mi aveva tanto convinto. E ricordo ancora la prima volta che lo assaggiai in espresso dopo averlo tostato. In quel periodo non ero ancora abituato ad un gusto particolarmente acido nel caffè, avevo solo assaggiato un caffè Keniota proveniente da una torrefazione spagnola di cui non ricordo il nome ma solo il gusto incredibilmente vinoso e la sua altissima acidità. Fui colpito da una nota di frutta gialla, anche se non l’avrei saputa definire come tale, e da un persistente retrogusto di cioccolata, quello sì, facile da riconoscere, e pensai che fosse il caffè perfetto che mancava alla mia miscela. Mi piacque così tanto che decisi di proporlo anche da solo, come Singola Origine.
Sempre in quegli anni, agli esordi del mio lavoro, iniziai anche a spedire caffè con ordini ricevuti via internet, dove mi ero fatto conoscere grazie ad alcuni fortunati articoli pubblicati sul blog Il Caffe Espresso Italiano dove stavo raccontando la mia avventura nel mondo del caffè.

Caffè Rinaldi - Tanzania AA Top Quality

Caffè Rinaldi - Tanzania AA Top Quality

In quel modo incontrai Marco, un ragazzo di Siena che nel tempo sarebbe diventato un mio affezionato cliente. Credo che fosse la persona più entusiasta di questo caffè e lo ripeteva sempre anche quando, per un mio capriccio, pensai di togliere il Tanzania dal catalogo dei miei prodotti e andare in cerca di nuovi gusti.
Anni dopo, quando la mia tiepida storia di torrefattore si sarebbe evoluta, trasformata, diventando praticamente un’altra storia, questo Tanzania è ancora qui, bello e vegeto come sempre, presentato con una nuova etichetta e definito con un ricercato e costante profilo di tostatura. Ed è stato divertente parlarne ancora con Marco e ricordare il suo consiglio di tenere, anzi di valorizzare, questo caffè africano che tante soddisfazioni mi ha poi dato. 
Marco è ancora mio cliente. Il Tanzania è ancora un mio caffè che adesso propongo solo in Singola Origine, tostato sia per espresso che per filtro.  

Le cose, in fondo, non sono cambiate, al massimo sono soltanto… migliorate! 

Naturalmente, per vocazione e per passione, preferisco scendere nei dettagli nel mio lavoro e approfondire tutto ciò che mi circonda e che vendo. Per questo motivo, tormentai Chiara e Francesca, le figlie di Stefano Panichi, titolari di Sister’s Coffee, azienda di importazione di caffè crudo dalla quale mi rifornisco per l’acquisto di molti miei caffè. Chiesi loro tutte le informazioni possibili su questo caffè in modo da farle diventare parte del mio bagaglio culturale e poi raccontarle ai miei clienti. Dopo una loro ricerca esaustiva, riuscii a scoprire tutto nei dettagli: Produttore, Regione di produzione, Varietà del chicco di caffè, Processo di Lavorazione e Altitudine. Proseguii anche io in questa ricerca perché il nome della zona di produzione aveva un tono davvero inconsueto e affascinante: NgoroNgoro.

Scoprii che questo caffè era coltivato alle pendici del cratere vulcanico di NgoroNgoro, il cui sottosuolo è ricco di sostante minerali, e che esiste un’importante associazione, la TCA Tanzania Coffee Association, che ha il compito di tutelare e valorizzare la produzione di caffè in Tanzania, di cui fanno parte coltivatori di caffè, produttori, esportatori e anche torrefattori locali.
Questa associazione si impegna a garantire uno standard di eccellenza in tutte le fasi di lavorazione del caffè. La direzione è composta da dodici “Management Members“ (info pubblicata sul loro sito ufficiale nel Febbraio 2018 ) tra i quali notai Mr Tahseel Sherrif, il proprietario della Sheriff Dewji & Sons Ltd, produttrice del Tanzania AA Top Quality che io acquisto, il cui nome, Sheriff Dewji appunto, ho inserito nell’etichetta del mio caffè.
Fu un grande piacere per me capire che Mr Sheriff, nel mondo del caffè in Tanzania, è una persona di rilievo. Sto pensando di scrivergli dopo aver concluso questo articolo, per provare ad instaurare con lui un bel rapporto di corrispondenza, in un’ottica generale, per me davvero importante, di rapporto diretto con ciascun produttore e coltivatore dei caffè che io utilizzo.  

Ma torniamo a noi e a raccontare di questo Tanzania che in fondo mi ha sempre entusiasmato e che proprio negli ultimi mesi ha trovato posto anche in un bellissimo albergo situato nel cuore di Roma, a Trastevere.  

Sto parlando dell’Hotel San Francesco, dove ogni mattina il nostro Tanzania viene macinato fresco ed estratto in Filtro per essere servito, durante la colazione, ai clienti dell’albergo.
Ed è proprio in una mattina di pochi giorni fa, bevendo una tazza di Tanzania in filtro nelle comode poltrone della hall, insieme al titolare Daniele Frontoni, che è nata l’idea di questo blog. Uno spazio dove raccontare la mia avventura nel mondo del caffè in forma curiosa e coinvolgente, attraverso tutto ciò che mi riguarda ed entrando in tutti i dettagli.
Ho deciso quindi di iniziare proprio con il Tanzania, il caffè che in quegli istanti stava accompagnando la nostra chiacchierata. E già agli ultimi sorsi della bevanda, che raffreddandosi rivelava note piacevolmente agrumate, sentivo crescere il brivido di una nuova avventura, quella di un torrefattore che ogni tanto si diverte a fare lo scrittore. E non vedevo l’ora di cominciare. 

Noi seguiamo con impegno il mondo del caffè e la sua continua evoluzione. Per questo motivo, riteniamo sia fondamentale rinnovare in modo costante il nostro catalogo, in modo da offrire una selezione di caffè innovativa e vivace. Ogni prodotto, di conseguenza, viene da noi proposto solo per un periodo limitato.

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