La nuova storia di un torrefattore

Avevo scritto le ultime righe di questa storia nel Marzo del 2020, convinto che un evento di passaggio stesse fermando il mondo per qualche settimana. Non avrei mai pensato che due anni dopo, sarei tornato di nuovo davanti a questo pc, con lo stesso virus a circolare nell’aria, nella stessa attesa di tempi migliori che pare non arrivino mai.

Cosa è cambiato in questi due anni? Prima di tutto, è nato mio figlio e posso dire con certezza che la sua nascita è la cosa più bella che sia capitata nella mia vita.

Poi ho raggiunto tutti i sogni che inseguivo da ragazzo, grazie all’apertura della nuova sede della mia torrefazione.

È stato un percorso lungo ed emozionante, pieno di sacrifici e investimenti, a tratti divertente e in discesa come un tuffo su uno scivolo ad acqua, altri impervio come la scalata di una montagna innevata. Ci vorrebbe un narratore per raccontare i fatti salienti di questa storia, con aneddoti, dettagli tecnici e un pizzico di magia, ma spero vi accontenterete delle parole di un semplice torrefattore che a volte si cambia d’abito e si diverte a diventare uno scrittore.

 

2020

Ci sono voluto sei mesi, da quel giorno bizzarro in cui chiusero tutto, al momento in cui finalmente si riaccesero le speranze. In quel periodo mi sono limitato a portare avanti l’attività, tostando il caffè per il bar di famiglia e per tutti i clienti.

Arrivò il mese di settembre, i lavori di ristrutturazione del negozio erano finiti, l’iter burocratico per aprire l’attività (complesso come se dovessi aprire una centrale nucleare) stava giungendo al termine. Ricordo che era un giorno pieno di sole, l’aria era fresca, ed ero seduto ad un tavolino esterno del bar pasticceria di famiglia, a prendere un caffè insieme al giovane ingegnere che aveva seguito tutte le pratiche per l’apertura della mia nuova attività. Fu proprio lui a chiedermi quando volessi aprire al pubblico la torrefazione. E sotto quel tiepido sole di fine estate, mi venne naturale rispondergli che avrei inaugurato l’attività l’1 Ottobre, nel giorno in cui il mondo celebra la Giornata internazionale del Caffè.

Questo dissi. E questo accadde.

Giovedì 1 Ottobre 2020 alzai finalmente le serrande della torrefazione. Ma in realtà ci stava tanto da fare. Il laboratorio, ad esempio, era pronto, ma non poteva ancora essere utilizzato, in quanto stavo aspettando le ultime autorizzazioni dagli enti provinciali. La zona vendita, inoltre, era abbastanza spoglia, visto che l’obiettivo finale prevedeva l’apertura di una caffetteria all’interno della torrefazione, ma al momento non avevo ancora chiaro il progetto e il piano di investimento da affrontare. Quindi non potevo tostare e non potevo servire il caffè. Potevo solo vendere i pacchetti di caffè già tostati.

Eppure il mondo già mi sembrava più bello di prima!

Il giorno dell’inaugurazione venne mia moglie, con il pancione, e tutti i miei parenti ed amici e fu bello così. Stavo gettando le basi per un progetto più ampio che doveva ancora prendere vita.

Trascorsero velocemente quei mesi, mentre continuavo a tostare da Caffè Italia e poco alla volta mi organizzavo per l’apertura del laboratorio di torrefazione. Il permesso arrivò d’un tratto, come l’arcobaleno dopo un temporale, una mattina fredda di gennaio. Ma questa è un’altra storia, perché comincia un nuovo anno

 

2021

Ricordo ancora l’emozione del primo giorno di tostatura nel mio nuovo laboratorio. Come un bambino quando scopre un gioco nuovo.

In realtà non fu tutto così gioioso e infantile. Anzi, il bruciatore della tostatrice a volte non partiva, oppure si spegneva la fiamma durante la tostatura, costringendomi a sprecare una quantità considerevole di caffè. Conoscevo la tostatrice e sapevo impostare i profili di tostatura, ma avevo problemi con il flusso d’aria, con il bruciatore, appunto, e con la modulazione della fiamma.

Risolsi i problemi in diversi step: all’inizio venne un tecnico del gas che trovò una bolla d’aria all’interno dei condotti. In breve tempo riuscì a far arrivare in negozio il gas con la giusta pressione di cui avevo bisogno. Poi un bravo esperto di caldaie riuscì ad aumentare la potenza del bruciatore, in modo che potessi modulare al meglio la fiamma durante il processo di tostatura. Da Pavia giunse infine Angelo, un bravissimo tecnico esperto in tostatrici di caffè che riuscì a controllare il funzionamento del pressostato differenziale, in modo che non mandasse in blocco automatico il bruciatore. Sono dettagli tecnici che ora ho imparato bene a conoscere, ma non voglio annoiare il lettore con questi argomenti. Era giusto un frammento di cronaca di un paio di settimane difficile e a volte ansiose, dove tutto alla fine si risolse per il meglio. All’epoca, riuscii anche a far installare due sonde all’interno della tostatrice: uno sul tamburo cilindrico ed una sui tubi di scarico, per controllare la temperatura del chicco di caffè e del flusso d’aria durante il ciclo di tostatura, in modo da seguire la curva di tostatura sul pc, grazie all’utilizzo di un software specifico (Artisan Coffee Roaster).

Seguii infine un corso privato con il trainer e torrefattore Emanuele Bernabei, con cui sono in contatto da anni, che mi aiutò per una corretta impostazione dei profili di tostatura.

Ricordo i pomeriggi trascorsi in beata solitudine a tostare e confezionare caffè, mentre un piacevole aroma di caffè tostato riempiva il negozio, con la soddisfazione di vedere il tuo sogno tramutato in realtà.

La vendita di caffè on line è sempre andata bene e lo stesso posso dire per la fornitura dei miei prodotti a caffetterie, ristoranti, alberghi e botteghe alimentari.  Con ogni cliente business ho sempre instaurato un rapporto di amicizia, senza mai aver affrontato incomprensioni o divergenze. Loro hanno sempre rappresentato lo zoccolo duro del mio lavoro e sono grato per la fiducia che hanno riposto nei miei confronti.

All’inizio a non decollare fu la vendita di caffè all’interno del negozio, in pratica entravano pochissimi clienti, a volte nessuno, ma era una situazione che avevo già previsto, in quanto la zona vendita era spoglia e all’esterno non avevo comunicato ancora in modo corretto il mio lavoro. Dalla strada, non si intuiva affatto che fosse una torrefazione con vendita diretta di caffè. Ma al momento andava bene così, ero consapevole che il percorso da affrontare fosse ancora lungo e che dovevo mantenere ancora un “profilo basso”, fino a quando non sarei stato pronto per aprire la caffetteria.

Giunse l’estate e la bella stagione, con il sole a irraggiare i pensieri, e qualche soldino in più nelle tasche.

Sentii che ero pronto per il nuovo passo di questa avventura: l’apertura della caffetteria.

Grazie ai preziosi consigli di Daniele Frontoni, un fidato amico e cliente di cui ho parlato diverse volte in questi anni nella mia storia di torrefattore, entrai in contatto con l’architetto Ernesto Di Santo che disegnò per me il locale che avevo sempre sognato.

Ferro e legno.

Con questi materiali avrei dato via alla mia nuova identità, affidando la produzione ed il montaggio degli arredi ad un bravo artigiano locale, in contatto frequente con l’architetto.

Un imponente scaffale, costruito su misura, venne collocato sulla parete destra, rispetto all’entrata del negozio. Qui avrei esposto all’inizio le confezioni di caffè ed una selezione di attrezzature (nel momento in cui scrivo, l’esposizione si è ampliata e perfezionata, con l’aggiunta di tè, cioccolato e prodotti di alta qualità; per ogni prodotto, una storia da raccontare, seguendo sempre un criterio di qualità e tracciabilità). Su questo scaffale sono presenti tutti i prodotti in vendita sul sito cafferinaldi.it con l’aggiunta di alcune specialità e rappresenta per me la sintesi del mio lavoro e del mio percorso di ricerca.

Mi sono sempre impegnato a conoscere la storia ed i pregi di ogni prodotto esposto, per offrire al cliente tutta la mia esperienza, in modo da guidarlo al meglio nei suoi acquisti. E quando la gente si ferma a guardare lo scaffale, curiosando tra tutta la merce esposta, conto fino a uno e subito comincio a spiegare i prodotti, inserendo a volte un simpatico aneddoto.

Magari non sarò il venditore perfetto, ma di certo mi diverto parecchio nel mio lavoro!

Nello stesso periodo, vennero consegnati anche i due tavoli presenti all’interno della caffetteria, con dei pratici sgabelli, dove i clienti ogni giorno adesso consumano piacevolmente il caffè, sfogliando una rivista, o conversando tra loro, o parlando con me.

Passano il tempo in un ambiente accogliente a bere caffè specialty, con un sottofondo di musica jazz ed un sole tiepido che passa attraverso le vetrate e non c’è modo migliore di trascorrere il tempo (ehi, non passate in un giorno di pioggia, mi raccomando; con il tempo grigio spengo subito il grammofono!)

Il lavoro si completò, naturalmente, con l’allestimento ed il montaggio di un bancone da caffetteria in bella vista, sempre in ferro e legno, dove erge fiera la macchina espresso ideale per tutti i baristi, o almeno per i miei gusti: La Marzocco Strada.

Con il suo iconico design italiano, un’interfaccia di facile utilizzo ed una perfetta stabilità termica rappresentava il massimo livello di attrezzatura per l’estrazione del caffè (qui mi pagano come testimonial!), inoltre, la possibilità di modulare la pressione dell’acqua durante l’erogazione significava per me un nuovo ingresso nel mondo dei balocchi. Vi garantisco che ogni giorno gioco con questa macchina affascinante, modificando i parametri di estrazione, sempre con il controllo del peso del liquido in uscita grazie ad una evoluta bilancia, ed assaggio di continuo, per scoprire come cambia il gusto del caffè in base all’estrazione.

Con il sostegno di due bravi ragazzi, ovvero Francesco e Fabio, titolari di Coffeetech, azienda specializzata nella vendita e nell’assistenza tecnica di macchine per espresso, affrontai l’investimento, non indifferente, di tutte le attrezzature presenti nella mia caffetteria. Posso dire che mi hanno consigliato davvero bene in tutti gli acquisti e sono soddisfatto del risultato. Proprio grazie a loro, tornai in contatto con il trainer Andrea Matarangolo, con cui ho sempre avuto un rapporto di amicizia e reciproca stima. Con lui, seguii un corso privato da barista all’interno della mia caffetteria, dove ho avuto modo di ampliare al meglio le mie conoscenze sul mondo del caffè e sulle tecniche di estrazione, aiutandomi ad avere più sicurezza in me, in questo ambiente di lavoro.

Così mi sono messo di nuovo in gioco, da torrefattore sono diventato anche barista (o meglio, sono tornato di nuovo barista, in quanto ho sempre lavorato davanti alla macchina del caffè, nel bar di famiglia)

Giungeva così al termine un anno pieno di impegni e di corse, di investimenti e guadagni, di corsi di formazione e progetti disegnati sui fogli. Aprii la caffetteria a Novembre 2021, in sordina, senza inaugurazione, mantenendo ancora un profilo basso, cercando di lavorare su me stesso, per garantire ai clienti un prodotto di alta qualità, servito in modo corretto e professionale.

Aprire un’attività commerciale non è facile, non lo è mai stato, a maggior ragione in questi tempi. Aprire una caffetteria specialty è un’impresa da folli, da sognatori, da chi si illude che l’altissima qualità di un prodotto possa essere compresa da tutti, e retribuita al giusto prezzo. Bisogna conoscere bene il proprio lavoro, perché in questo ambiente il cliente, giustamente, desidera un caffè estratto alla perfezione e magari raccontato in modo esauriente. Ma alla fine posso dire che ce l’ho fatta ed i risultati, poco alla volta, stanno arrivando.

 

2022

Il tempo è sempre poco, con un lavoro ed una famiglia alle spalle, ma sentivo il bisogno di fermarmi in un attimo, tornare al pc, con tutta la calma possibile, davanti ad una tazza di caffè filtro avvolgente, per scrivere l’ultimo atto, per ora, di questa commedia, o meglio di questa avventura nel mondo del caffè che ha riempito la mia vita negli ultimi dieci anni.

Sono passati diversi mesi da quando ho aperto la caffetteria. Non è stato facile, all’inizio, dimostrare ai clienti che in questo locale venisse servito un caffè di alta qualità, selezionato e tracciabile, estratto in modo professionale, in vendita ovviamente ad un prezzo più alto rispetto alla media.

Superare, anzi sfondare, la soglia critica di un euro, e presentarmi, sin dal giorno di apertura con il prezzo di € 1,30 per l’espresso e di € 1,60 per il cappuccino, è stata una scelta meticolosa e ragionevole.

Ci tenevo da subito a far capire che era una nuova concezione di caffetteria, lontana dal classico ideale di bar a cui siamo abituati. Mi impegno da sempre a garantire nel bar di famiglia un prodotto ed un servizio di qualità e quindi ovviamente sentivo la necessità di proseguire in questo percorso di evoluzione. Non tutti l’hanno capito, alcuni clienti si sono persi per strada, dopo l’assaggio del primo caffè, ma va bene così.

Con il tempo, i fatti mi stanno dando ragione. I clienti che frequentano abitualmente la caffetteria sono sempre più numerosi e consapevoli del prodotto che trovano e del prezzo che pagano. Alcuni sono di zona, altri di passaggio, la maggior parte affronta un breve o lungo viaggio per arrivare. Mi conoscono grazie a internet, al passaparola, alle guide, alle riviste, ai blog di settore che cominciano a parlare finalmente di me.

In questo periodo, con il lavoro mi sta aiutando Alessandro, un ragazzo appassionato di caffè, come me. Con il tempo, siamo diventati un team dinamico ed efficace. Insieme abbiamo definito gli ultimi dettagli, prima dell’apertura della caffetteria, sviluppato nuove curve di tostatura e assaggiato centinaia di caffè, decidendo infine quali acquistare. Sempre con il suo aiuto, ho completato l’offerta di prodotti presenti sullo scaffale, con l’aggiunta di tè prodotti e coltivati da una singola azienda agricola nello Sri Lanka, di cioccolato prodotto da un artigiano piemontese con metodo naturale, di nettari e succhi di frutta di altissima qualità, prodotti sempre in modo naturale, di un latte di fattoria, vivace e complesso, da utilizzare per la caffetteria, e abbiamo rinnovato la selezione di prodotti per l’estrazione del caffè.

Sta di nuovo tornando l’estate e la bella stagione, i clienti cominciano a riempire i tavoli esterni della caffetteria, ed io sono soddisfatto, li osservo dal bancone mentre bevono il mio caffè, lo bevo anche io e credo che siamo tutti felici, in questi metri quadri che rappresentano tutti i miei sogni e tutte le mie speranze.

Ho ancora tanto da fare: il terrazzo del locale, per esempio, deve essere ancora allestito in modo completo; dovrei migliorare la comunicazione all’esterno, per far capire davvero che tipo di attività sta nascendo; dovrei contattare un fotografo per realizzare un servizio e poi contattare ancora riviste e guide del settore, inviando loro foto e contenuti appropriati, in modo che possano raccontare al meglio la mia attività; dovrei ampliare l’orario di apertura e dedicarmi a tempo pieno a questo progetto (al momento sono aperto solo la mattina); dovrei contattare un agenzia di marketing per migliorare la comunicazione sul web e soprattutto sui social.

Dovrei fare tutto questo. E lo farò.

Parola di un torrefattore, timido e caparbio, che a volte si diverte a fare lo scrittore.

Avanti
Avanti

Amba Estate, tè pregiati e artigianali nel cuore dello Sri Lanka